Fratelli dell’uomo

Europa – America latina – Africa

Fratelli dell’Uomo è un’organizzazione non governativa di cooperazione internazionale nata in Italia nel 1969, discende da Frères des Hommes, sorta in Francia nel 1965, con affiliazioni in Belgio e Lussemburgo. Opera in America Latina e Africa con partner locali, sostenendone progetti e iniziative, con una permanente attenzione a rafforzare i processi di partecipazione democratica e le capacità degli attori sociali locali.

IL SOSTEGNO DELLA FAI:

Nel 2013 la FAI ha sostenuto il progetto “Rafforzare le capacità delle comunità del Guatemala nella difesa delle risorse del territorio e della sovranità alimentare”: unʼiniziativa in risposta alle conflittualità alimentate proprio dal processo di riadeguamento del sistema economico, politico e giuridico avviato dopo la firma del Trattato di Libero Commercio con gli USA e gli Accordi con lʼUnione Europea.

Lʼobiettivo era infatti sostenere le comunità locali perché avessero un ruolo attivo nella tutela delle risorse naturali da cui dipendono, migliorando il loro livello di informazione strategica, le loro capacità di negoziazione e di proposta legislativa, avvalendosi di un forte partner locale, SERJUS – Servicios Jurídicos y Sociales in difesa dei diritti umani e dei diritti delle comunità Maya.

Fratelli dell’Uomo e SERJUS hanno testimoniato insieme quanto valido e utile possa essere il lavoro congiunto sul piano nazionale e internazionale. La visibilità internazionale data al progetto ha infatti permesso a SERJUS di avere maggiore incisività e garanzie per gli operatori locali, evitando che le autorità compissero abusi.

Questo progetto ha generato alcuni cambiamenti importanti:

– Sostenibilità, perché assicura «il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri» (Commissione Bruntland – 1987).

– Consapevolezza e salvaguardia delle risorse, proprio grazie ai corsi di formazione, le comunità locali hanno scelto di non vendere i propri beni per invece impiegarli in modo sostenibile.

– Proposta di Legge sullʼAcqua: il tema dellʼacqua ha unito comunità, associazioni e organizzazioni locali in un percorso che ha raggiunto anche il Congresso della Repubblica del Guatemala, con la presentazione della proposta di legge sullʼacqua, depositata nel maggio 2016.

– Alleanze: il processo avviato tramite il progetto, finanziato dalla FAI, ha permesso di creare nuove alleanze e reti di collaborazione tra attori diversi che continueranno a lavorare insieme su questi temi.

FAI e CBM Italia

Africa

Una relazione di fiducia, frutto di una visione condivisa

«Fare insieme» è da sempre uno dei valori fondamentali di CBM, la più grande Organizzazione Umanitaria internazionale impegnata nella prevenzione e cura della cecità e della disabilità nei Paesi del Sud del mondo.

Un «fare insieme» che si traduce nella collaborazione con partner e Istituzioni – per la realizzazione di progetti sul campo – con cui costruire relazioni durature, basate sul progettare, sul fare, sulla fiducia e sui risultati concreti.

Così è stato con la FAI, con cui dieci anni fa è nata una collaborazione che è cresciuta nel tempo, arricchendosi di progetti e attività portati avanti insieme con un obiettivo comune: garantire a tanti bambini e adulti ciechi e con disabilità le cure di qualità di cui hanno bisogno.

LA COLLABORAZIONE CON FAI:

Una collaborazione che parte nel 2008 in uno dei Paesi più difficili dellʼAfrica: il Sud Sudan, il più giovane degli Stati africani, teatro di un lungo conflitto civile durato oltre trentʼanni.
Qui, quando nessuno credeva si potesse fare qualcosa di concreto, CBM con il sostegno della FAI ha potuto portare cure oculistiche di qualità alla popolazione. È stata aperta lʼunica Unità oculistica allʼinterno del Juba Teaching Hospital, lʼospedale governativo, e sono state realizzate cliniche oculistiche mobili.
Allʼepoca in Sud Sudan cʼera un enorme bisogno di cure oculistiche: cʼerano solo tre chirurghi oftalmologi, di cui due di CBM, per una popolazione di oltre 10 milioni di abitanti.

Da questo primo progetto, realizzato in collaborazione con il Ministero della Salute del Sud Sudan, ne sono seguiti altri fino al 2015, nonostante le difficoltà dovute ai continui scenari di guerra.
FAI e CBM insieme – grazie al rapporto di fiducia creatosi – hanno creduto fortemente nel progetto, continuando a lavorare nel Paese e raggiungendo importanti risultati: è stato creato un Distretto Oftalmico nei tre Stati dellʼEquatoria (2 milioni e 600 mila abitanti), che ha potuto garantire cure oculistiche a tutti i livelli; è stato avviato un Programma di Formazione per il personale oculistico per gli allora dieci Stati del Sud Sudan – gli ultimi corsi di formazione erano stati fatti negli anni ʻ80 – e attivato il primo Ufficio di Direzione dei Servizi Oculistici allʼinterno del Ministero della Salute del Sud Sudan.

Una tappa fondamentale di questo cammino è stato il 2015, anno in cui il progetto ha raggiunto un impatto tale da essere sostenuto dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo: un passaggio importante, reso possibile anche dal prezioso lavoro fatto negli anni precedenti con il sostegno dei fondi privati della FAI.

A partire dal 2015, in virtù del cammino compiuto insieme in Sud Sudan, la collaborazione tra FAI e CBM continua in Uganda con il sostegno al progetto CoRSU – Comprehensive Rehabilitation Services of Uganda for people with disabilities, ospedale di eccellenza per tutta la Regione dei Grandi Laghi per la cura e la riabilitazione della disabilità fisica.
Il CoRSU garantisce cure di alta qualità accessibili alla popolazione povera ugandese; lʼ80% dei pazienti dellʼospedale sono bambini.

FAI e CBM insieme hanno colto una nuova, importante sfida: costruire il Reparto di Chirurgia settica per i pazienti infetti dellʼospedale CoRSU.

Durante la cerimonia di inaugurazione del reparto, che si è svolta alla presenza delle autorità ugandesi e dei partner del progetto, Stefania Mancini (Vice Presidente della FAI) ha dichiarato: «Il nuovo reparto è una pietra miliare nella storia sanitaria dell’Uganda, frutto di una visione congiunta ma anche della concretezza, generosità e impegno di privati e ONG». Massimo Maggio, il Direttore di CBM Italia Onlus, durante la cerimonia ha detto: «Al CoRSU arrivano ogni giorno tantissimi bambini, anche dagli Stati vicini. Uno su cinque di questi bambini è infettivo: da qui lʼimportanza di costruire un nuovo reparto dedicato a loro, in cui possono affrontare la degenza in un ambiente protetto al riparo dalle infezioni. Un sogno che si è avverato, reso possibile anche grazie a quanti insieme a noi, soprattutto la FAI, hanno creduto che insieme davvero “si può fare di più”».

Oggi il Septic è lʼunico Reparto Infettivi di tutta lʼAfrica Orientale con 24 posti letto separati e accessibile ai pazienti poveri.

PRINCIPALI RISULTATI RAGGIUNTI INSIEME:

In Sud Sudan dal 2008 al 2015 abbiamo raggiunto questi importanti risultati:

– 93.657 persone hanno ricevuto visite oculistiche
– 15.972 operazioni chirurgiche realizzate (per cataratta, glaucoma, trichiasi e altro)
– 5.559 occhiali da vista distribuiti.

In Uganda dal 2016 ad oggi abbiamo:
– costruito ed equipaggiato il Reparto per la cura intensiva della Sepsi e un laboratorio di analisi
– realizzate 550 operazioni chirurgiche e curato 190 bambini nel nuovo Reparto, di cui 134 sono
operati chirurgicamente e 56 hanno ricevuto trattamenti.

Per saperne di più:

CBM ITALIA

CBM è la più grande organizzazione umanitaria internazionale impegnata nella cura e prevenzione della cecità e disabilità evitabile nei Paesi del Sud del mondo. CBM Italia Onlus fa parte di CBM, organizzazione attiva dal 1908 composta da 11 associazioni nazionali (Australia, Canada, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Kenya, Nuova Zelanda, USA, Sud Africa e Svizzera) e che insieme sostengono progetti e interventi di tipo medico-sanitario, di sviluppo ed educativo. Dal 1989 CBM è partner dellʼOrganizzazione Mondiale della Sanità nella lotta contro la cecità prevenibile e la sordità. CBM opera nei Paesi nel Sud del mondo in sinergia con i partner locali in unʼottica di crescita e sviluppo locale. Lo scorso anno abbiamo raggiunto 28.3 milioni di persone attraverso 628 progetti in 59 Paesi di tutto il mondo.

Info: www.cbmitalia.org
Social: facebook.com/cbmitaliaonlus

Dream

Africa

Lotta allʼHIV-AIDS con DREAM in Mozambico e in Repubblica Centrafricana

DREAM, acronimo di Disease Relief through Excellent and Advanced Means, è un programma di cura dellʼAIDS e delle patologie ad essa correlate in Africa basato su un approccio globale che è stato lanciato in Mozambico nel febbraio 2002 dalla Comunità di SantʼEgidio.

Oggi il programma è presente in 11 paesi africani: Mozambico, Malawi, Tanzania, Kenya, Repubblica di Guinea, Guinea Bissau, Nigeria, Angola, Repubblica Democratica del Congo, Camerun, Repubblica Centrafricana.

I punti vincenti di DREAM si focalizzano sulla formazione del personale sanitario locale e sullʼaccesso gratuito della terapia antiretrovirale, raggiungendo lʼeccellenza nelle cure e nella diagnostica.

LA LOTTA AL FIANCO DELLA FAI:

La FAI ha quindi scelto di sostenere il programma DREAM di lotta allʼAIDS prima in Mozambico, ritenendo che tale intervento, anche se solo erogativo, si sarebbe inserito in un processo di sviluppo ben più ampio. Infatti, lʼeccellenza del Programma è lʼaver affiancato alla cura un dialogo costruttivo con i servizi sanitari locali sulla necessità di avviare provvedimenti volti al debellamento della malattia, inserendo così protocolli di cura e formando il personale medico sanitario pubblico.

Un importante risultato ottenuto in Mozambico è stato lʼaver stipulato il 14 luglio 2011 un accordo con il Ministero della Salute per avere da DREAM lʼappoggio nelle strutture pubbliche di tutte le provincie del Paese.

Inoltre, secondo lʼaccordo verrà utilizzata, per azzerare le nuove infezioni, la tri-terapia, applicata per interrompere la trasmissione del virus da madre sieropositiva a bambino e riconosciuta nella sua validità dallʼOMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).

La FAI si è impegnata, nel 2017 e per il prossimo triennio, ad accompagnare la Fondazione DREAM in una nuova sfida, introdurre il “Modello DREAM” anche in Repubblica Centrafricana, ampliando i servizi offerti dal dispensario e centro di salute di Bangui, gestito dalla Associazione “Amici del Centrafrica”, istituendo un Centro di cura DREAM, specializzato per la cura dellʼAIDS e delle patologie correlate; un laboratorio per il monitoraggio dei pazienti in trattamento; assicurando anche un servizio di Telemedicina.

Gli elementi chiave dellʼapproccio di DREAM sono:

• alti standard di cura associati ad alti standard di diagnostica di laboratorio;
• gratuità del servizio, al fine di massimizzare lʼaccesso alle cure;
• centralità della persona umana;
• supporto alimentare;
• informatizzazione, al fine di minimizzare gli errori e migliorare la presa in carico delle persone,
attraverso unʼidentificazione più rapida e semplice dei pazienti che saltano gli appuntamenti.

Attraverso DREAM sono state seguite ad oggi 350.000 persone.
Più di 70.000 bambini sono stati assistiti da DREAM: oggi si tratta del più ampio gruppo di pazienti pediatrici che è stato trattato in Africa.
I laboratori processano più di 50.000 campioni ogni anno, per un totale di 500.000 test HIV e 800.000 esami di Carica Virale.

I programmi informatici sono particolarmente importanti nel supportare tutte le attività.
Fino ad oggi circa 10.000 africani (medici, infermieri, biologi, tecnici di laboratorio, coordinatori dei centri, informatici) hanno partecipato ai 150 corsi di formazione panafricani organizzati da DREAM.

Secondo la FAI lʼestensione del programma DREAM può acquisire valore aggiunto nella società africana, dove cʼè ancora unʼalta percentuale di HIV, perché permette riabilitando la fascia media della popolazione sia di contenere la spesa pubblica che di innescare processi di sviluppo e produttività.

Afrique Verte

Africa

Afrique Verte è una Ong francese che nasce nel 1990 che sostiene il mondo rurale e la sicurezza alimentare in Africa occidentale.

Con il tempo – a partire dal 2005 – le “antenne” di Afrique Verte nel Sahel si sono strutturate e trasformate in quattro associazioni nazionali: APROSSA, in Burkina Faso; AMASSA, in Mali; AcSSA, in Niger e AGUISSA in Guinée Conakry. Nei quattro paesi le associazioni nazionali supportano gruppi di donne impegnate nella trasformazione dei cereali.

Grazie al sostegno offerto da numerosi partner tecnici e finanziari, le associazioni nazionali sono in grado di offrire a questi gruppi di donne – le Unità di Trasformazione (UT) – un adeguato percorso di formazione e opportunità di finanziamento.

Accanto ad Afrique Verte Francia le quattro organizzazioni nazionali compongono oggi AVI – Afrique Verte International.

AFRIQUE VERTE & FAI:

Il rapporto tra Afrique Verte e la FAI inizia prima della nascita delle associazioni nazionali che oggi compongono AVI, ovvero con un sostegno dal 2004 al 2006 ad Afrique Verte in Niger.

Nel 2007, poi, la FAI sponsorizza AcSSA Niger, con la diretta supervisione di Afrique Verte.

Nel 2009 viene stabilito un rapporto diretto con Acssa Niger e successivamente, con un progetto triennale dal 2011 al 2014, la FAI ha sostenuto trasversalmente i quattro i paesi con cui Afrique Verte lavora nel Sahel e sostenuto la costituzione di AGUISSA Afrique Verte Guinea.

A partire dal 2005 Afrique Verte ha visto le organizzazioni nazionali appartenenti alla rete crescere, rafforzarsi e acquisire indipendenza. Ad oggi le Unità di Trasformazione sono in totale 209 e raggruppano 5.442 membri, di cui il 99% donne.

La FAI, seppure fondazione erogativa, ha motivo di essere grata a questa organizzazione.

Grazie ad Afrique Verte, alla strada percorsa accanto a questa organizzazione e alle sue antenne locali – dimostrazione concreta di un processo di consistente acquisizione di indipendenza – la FAI ha potuto osservare da vicino, toccare con mano, chiarire persino ai suoi stessi occhi cosa significhi sviluppo sostenibile.

Grazie al lavoro svolto insieme, ha potuto constatare cosa accade e cosa può cambiare quando un processo di sano e solido rafforzamento delle realtà produttive locali viene messo in atto, reso possibile e supportato da strumenti adeguati, da un lato “tecnici”, come lo sono quelli di cui dispone lʼorganizzazione e la sua rete, dallʼaltro “economici”, quelli cioè erogati dalla fondazione.