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UN PONTE PER – SENTIERI DI COESISTENZA IN MESOPOTAMIA E MEDIO ORIENTE

Come testimonia la campagna Save the Tigris lanciata 5 anni fa, il ruolo della società civile è fondamentale per determinare processi di rilevanza storica, e le alleanze regionali tra iracheni, siriani e turchi/curdi non solo sono possibili, ma si rilevano strategicamente utili.

In questi anni la capacità di advocacy degli iracheni è cresciuta e la popolazione stessa dimostra molto interesse a ricevere un sostegno per organizzare campagne sui diritti e per la costruzione della pace.

In tale contesto Un ponte per… ha sviluppato una strategia regionale che corre su più binari paralleli: fornire sostegno umanitario a profughi e sfollati e contemporaneamente cercare di consegnare queste attività alla gestione della società civile locale, protagonista nella costruzione di nuove pratiche nel piccolo che possano poi essere replicate.

Su questa premessa nasce il programma triennale “Sentieri di coesistenza in Mesopotamia e Medio Oriente”, con il sostegno della Fondation Assistance Internationale (FAI), che si sviluppa su tre assi: sfidare le divisioni che Daesh ha esasperato tra le comunità attraverso campagne di coesione sociale; coinvolgere la popolazione nella protezione del patrimonio culturale e ambientale della Mesopotamia; costruzione della pace e di trasformazione non violenta dei conflitti.

L’obiettivo è quello di superare i fondamentalismi indotti da Daesh costruendo un percorso di fiducia tra le comunità coinvolte e sviluppando il loro senso di appartenenza ad un comune patrimonio culturale e ambientale, favorendo la gestione partecipata del territorio e sostenendo pratiche e patti di coesistenza.

A questo scopo verranno realizzate azioni e campagne per la coesione sociale, la coesistenza e la pace in 8 città irachene, 1 siriana e 1 turca lungo il corso del Tigri e dell’Eufrate e verranno siglati i Patti Sociali per la Coesistenza.

Per favorire lo scambio di buone pratiche e il superamento delle fratture causate da guerra e fondamentalismo verrà attivato dalla società civile in ciascuna di queste città un coordinamento cittadino “We love (city name)”, seguito da un forum “We love Iraq” a livello nazionale iracheno e un forum “We love Mesopotamia” a livello regionale.

E’ inoltre prevista la formazione triennale di oltre 1.000 operatori sociali, di cui almeno un terzo giovani sotto i 30 anni e almeno un terzo donne, attraverso programmi formativi che verteranno su metodologie, strumenti di lavoro per la coesione sociale e incontri regionali volti allo scambio di buone pratiche e mutua conoscenza.

Tramite la campagna Saves the Tigris verrà rafforzata un’identità e senso di appartenenza comune al patrimonio culturale e ambientale della Mesopotamia tra iracheni, siriani e turchi, implementando azioni dirette per la salvaguardia dell’ecosistema del Tigri.

Verrà inoltre realizzato un Forum Regionale sul diritto all’Acqua in Iraq che coinvolgerà almeno 500 partecipanti dalla regione, e verranno attivati almeno gruppi di lavoro in Iraq e in Turchia, al fine di garantire la protezione e l’accessibilità dei patrimoni dell’umanità UNESCO situati nelle relative aree, riformulando a tal proposito i piani di gestione dei siti per permettere la partecipazione della popolazione alle gestione e protezione degli stessi.

Saranno realizzati interventi civili di pace con l’obiettivo di favorire la coesistenza tra comunità locali e profughi siriani in Libano e Giordania, e tra comunità locali e sfollati interni in Iraq, con una forte propensione a facilitare il ritorno di tutte le comunità di sfollati nelle città di provenienza dopo la liberazione da Daesh.

Per intervenire a sostegno delle associazioni locali verranno formati e inviati, attraverso missioni di anno, i Corpi Civili di Pace internazionali a Beirut e Amman, mentre verranno inviati per periodi più brevi i volontari internazionali in Iraq, e saranno formati in almeno 4 città del governatorato di Ninive i Gruppi di Pace Locali (Local Peace Teams),  al fine di rafforzare la società civile locale e contribuire al superamento dei pregiudizi promuovendo la convivenza.

Questo progetto di peacebuilding si propone di coinvolgere almeno 300 operatori e 10.000 attivisti della società civile in 10 città di Iraq, Siria e Turchia; circa 3.000 persone raggiunte direttamente da azioni della campagna Save the Tigris; almeno 50.000 persone firmatarie delle carte di intenti “We Love(…)” e almeno 30.000 persone raggiunte da campagne di sensibilizzazione promosse da corpi e gruppi civili di pace .

L’impatto di questa azione sperimentale di costruzione della pace verrà valutato e i risultati saranno promossi tramite campagne internazionali di advocacy finalizzate a permettere la replicazione su larga scala.

 

Per altre info andare sulla seguente pagina: https://www.unponteper.it/it/projects/sentieri-coesistenza-mesopotamia-medio-oriente/