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Les Arches

Europa – Asia – Africa – America

Disabilità: una vita insieme

La disabilità nel mondo ha mille e più volti, dipende dalla tipologia di handicap e molto anche dal paese in cui essa è vissuta.
Sino ad oggi vi sono stati e sono ancora in corso molti progressi, dal punto di vista scientifico, di politiche inclusive e di barriere abbattute. Rimane il dolore di quelle forme più gravi che se vissute in un paese difficile, povero e con tassi di sviluppo limitati, non si attenua ma anzi ingigantisce le proprie problematiche.

IL SOSTEGNO DELLA FAI:

Per questo la FAI da alcuni anni è scesa in campo per sostenere il messaggio e le realtà delle comunità create da Jean Vanier, un filosofo e filantropo canadese che nel 1964 ha fondato “L’Arche” e “Fede e Luce”, dedicate alle persone con handicap.

Sono oltre 140 le comunità de L’Arca presenti in più di 30 paesi: comunità dove persone con profonde disabilità per lo più intellettive vivono in modo familiare e al pari con altre persone che insieme a loro – assistendole – scelgono di fare comunità. Sono luoghi che testimoniano la possibilità di rinnovamento e di trasformazione umana.

Dal 2009 la FAI ha accompagnato e sostenuto le comunità de LʼArche in modo vario e progressivo.
In Egitto, dopo un primo aiuto alla Comunità di Al Fulk ha sostenuto nel 2017 l’avvio di una  seconda comunità in Alessandria.

In Kenya, dove lʼArche è stata a sua volta voluta e creata dal St Martin Community Trust, è presente con due comunità residenziali Effatha e Betania, cui la FAI ha voluto contribuire per i primi anni di funzionamento.

In Palestina, le comunità di Betlemme si distinguono per essere comunità non residenziali, diurne e altamente produttive. A Ma’an lil-Hayat e nel nuovo centro di Dar Salah si lavora la lana, spesso acquistata dalle famiglie beduine, degli stessi membri della comunità, e si producono oggetti che vengono venduti in tutto il mondo con un rendimento interessante.

Sono comunità aperte, che guardano al territorio circostante con atteggiamento propositivo e inclusivo, e si impegnano ad andare sempre oltre. I ragazzi di Betlemme fanno volontariato nel centro di oncologia dellʼospedale pubblico. Portando sollievo e sorrisi ai malati in attesa di chemioterapia.

È così che si perpetua il messaggio del fondatore Jean Vanier che ci invita a coltivare una sincera apertura ai desideri dell’altro, ad essere attento alla bellezza che sorge dalle cose ordinarie, ad essere un appoggio costruttivo per il prossimo, e a porre la nostra attenzione “all’essere con”, stando proprio accanto alle persone più in difficoltà.

Per il futuro ci riserviamo di continuare a supportare le Arche, forse quelle di paesi aggravati dalla guerra, o dai profondi squilibri socio economici. Pensiamo alla Siria, la cui comunità resiste nonostante gli anni di conflitto, e ha bisogno che si risponda positivamente alla loro chiamata.

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